Comunicare: un processo inevitabile!
Si può evitare di inviare messaggi?
È impossibile non comunicare, così come è impossibile non comportarsi. Inviamo messaggi anche restando immobili.
Quante volte ti è stato detto:
- non vuoi parlare con me?
- Perché non mi scrivi?
- Non mi dai neanche un cenno?
- Perché resti in silenzio?
Anche il silenzio comunica. Si dice che faccia più rumore delle parole.
È importante ricordare che ognuno interpreta i messaggi in base alla propria percezione, a prescindere dalla reale intenzione dell’atto comunicativo.
Il silenzio può assumere significati diversi a seconda del contesto, può essere facilmente frainteso.
Contesto e interpretazione
Esaminiamo la scena di due passeggeri su un treno seduti di fronte. Uno dei due guarda fuori dal finestrino, suggerendo che non voglia essere disturbato. Tuttavia, potrebbe semplicemente godersi il paesaggio ed essere aperto a conversare.
Questo esempio suggerisce che il silenzio può essere interpretato in modi diversi, in base al contesto in cui si posiziona, ma anche in base a ciò che tu percepisci. Il fatto che stia guardando fuori non significa che quella persona sta evitando il contatto con gli altri, ma sta soltanto godendo di un momento personale di riflessione.
Interpretazione e Percezioni
Tendiamo a dare significato alle interpretazioni basandoci su schemi e limiti personali, spesso intrisi di luoghi comuni e pregiudizi. Come ci ricorda Paul Watzlawick, psicologo e teorico della comunicazione: “non si può non comunicare”, sottolineando che ogni comportamento è una forma di comunicazione.
Il nostro modo di interpretare il comportamento altrui è sempre filtrato dalle nostre esperienze, dalle nostre convinzioni e bias cognitivi.
Come si sono sviluppati?
Ambienti in cui siamo cresciuti e viviamo, l’educazione che ci hanno impartito, le influenze culturali che mentori, insegnati, genitori ci hanno dato, usi, costumi, religione.
È tutto molto limitante! La società vive in schemi necessari ad autoregolarsi e riconoscersi. Spesso sfugge il concetto che gli stessi schemi avevano senso di esistere in alcuni contesti storici e che non sono immutabili con il tempo.
Anche questo limite porta ad incomprensioni, specialmente quando si considera che ogni cultura ha dei propri codici. Un esempio pratico per farci riflettere potrebbe essere il seguente: un gesto comune e innocuo in una cultura può essere considerato offensivo in un’altra.
Comunicare efficacemente
Per migliorare la propria comunicazione, bisognerebbe:
- essere consapevoli del contesto: ogni situazione richiede un approccio diverso. Riconoscere il contesto ci aiuta a interpretare meglio i segnali: verbali, non verbali e persino il silenzio!
- Comprendere le percezioni altrui: mettersi nei panni dell’altro migliora l’empatia e riduce i malintesi.
- Evitate i pregiudizi: sforzarsi di superare i preconcetti che influenzano la nostra interpretazione.
- Utilizzare il feedback: chiederli è essenziale per comprendere come viene ricevuto il messaggio e per apportare le dovute correzioni.
Il ruolo del Silenzio
Il silenzio può essere un potente strumento comunicativo. In alcune culture viene utilizzato per riflettere, in altre può essere interpretato come imbarazzo o disaccordo. È cruciale interpretare il silenzio in modo appropriato, tenendo conto del contesto culturale e situazionale.
La comunicazione è complessa, dipende da diversi fattori.
Non possiamo evitare di comunicare, ma possiamo migliorare la nostra capacità di farlo efficacemente.
Comprendere che le nostre interpretazioni sono influenzate da preconcetti personali è il primo passo per comunicare in modo migliore evitando di far danni, nel personale tanto quanto nella vita professionale.
Ricorda: le parole sono una parte della comunicazione, comincia a riflettere su quanto hai letto fino ad ora!
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